Tecnologie diagnostiche infrarosse per i Beni Culturali e la salvaguardia del Patrimonio Architettonico

Responsabile della ricerca: Prof. Dario Ambrosini (DIIIE)

 

Le tecnologie diagnostiche infrarosse (IR) rappresentano un potente strumento per la protezione e conservazione dei beni culturali e del patrimonio architettonico e quindi, intrinsecamente, per garantire la sicurezza dei beni stessi e dei loro fruitori. Sviluppate nel corso di diversi anni, si trovano ora nel pieno di uno sviluppo tumultuoso: infatti la ricerca di settore propone continuamente nuove soluzioni e nuove applicazioni, mentre, dal lato industriale, si realizzano strumentazioni sempre più performanti e compatte, il cui costo, tendenzialmente decrescente, favorisce la diffusione delle pratiche diagnostiche.

L’impatto e la diffusione su scala urbana di queste diagnostiche infrarosse risulterebbero grandemente favoriti dalla possibilità di trasmettere e gestire grandi moli di dati, tipicamente immagini, in tempo reale o quasi. Inoltre, lo sviluppo di hardware e software per la diagnostica quantitativa potrebbe essere associato all’utilizzo di tecniche e dispositivi quali, ad esempio, UAV (Unmanned Aerial Vehicle) e ricostruzione tridimensionale nel termico e nel visibile

Le attività di ricerca che si vogliono mettere in atto sono, pertanto, orientate all’applicazione di tecniche di diagnostica quantitativa non invasiva, al fine dello studio della conservazione dei “Beni Culturali e del Patrimonio Architettonico”, che possono essere intesi nella loro più ampia declinazione, ovvero considerando un singolo manufatto artistico o più genericamente l’involucro edilizio di un edificio. Tali attività consentono di valutare le potenziali criticità conservative del patrimonio culturale, soprattutto in territori fortemente soggetti ad attività sismica, i cui effetti ne comprometterebbero la conservazione e la futura fruizione. In particolare, le numerose campagne diagnostiche, condotte dall’Università degli studi dell’Aquila hanno permesso di evidenziare come centri storici dal particolare pregio architettonico (L’Aquila ne è un esempio lampante) siano costituiti da edifici morfologicamente molto eterogenei, frutto delle diverse edificazioni avvenute nei secoli e, quindi, soggetti a differenti livelli di criticità. La conoscenza di tali eterogeneità, possibile grazie alle tecniche sopra descritte, rappresenta dunque un essenziale strumento con il quale consentire ai professionisti della sicurezza antisismica la valutazione degli interventi migliori.